Qual è il significato del termine “Sei gradi di separazione”?

Qual è il significato del termine “Sei gradi di separazione”?

Ti trovi forse a chiederti se siamo davvero tutti connessi da soli sei gradi di separazione? Indubbiamente una questione affascinante! Tutto ha avuto inizio nel lontano 1967, quando lo psicologo sociale Stanley Milgram pubblicò un articolo mozzafiato sul primo numero di Psychology Today, intitolato “Il problema del mondo piccolo”. Milgram era già famoso per il suo sconvolgente esperimento sull'”obbedienza all’autorità”, in cui persone comuni scoccavano a sconosciuti scosse elettriche sempre più potenti, tutto in nome dell'”obbedire agli ordini”.

Ma l’articolo del 1967 di Milgram giunse a una conclusione altrettanto sorprendente: ogni persona nel mondo era collegata a un’altra persona tramite una media di soli sei intermediari. Un cittadino qualsiasi dell’Iowa potrebbe essere collegato a uno sconosciuto completo in Bielorussia con una catena di sei o meno conoscenti. Eravamo di fronte a un mondo davvero piccolo!

Lo studio di Milgram fece scalpore negli anni ’60, ma guadagnò fama nella cultura mainstream con il film “Six Degrees of Separation” del 1993, interpretato dal giovane Will Smith. Da allora, l’idea dei “sei gradi di separazione” è stata accettata come una regola ferrea delle reti sociali. Ma quanto è accurata?

Sinceramente, l’affermazione di Milgram è davvero stupefacente, ma bisogna anche considerare che nella vita reale, le connessioni possono essere molto più complesse di quanto possano sembrare a prima vista. Ad esempio, l’avvento dei social media e delle piattaforme online potrebbe aver modificato la dinamica delle relazioni umane, influenzando così il concetto di separazione tra le persone.

Tuttavia, è innegabile che l’idea dei sei gradi di separazione abbia un certo fascino. Ci invita a riflettere sulla nostra interdipendenza e sui legami che, nonostante le distanze, ci tengono uniti. E tu, Ti sei mai chiesto quanti gradi ti separano da una star di Hollywood oppure da un abitante remoto dell’Amazzonia? Forse la risposta potrebbe sorprenderti!

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Le carenze nell’esperimento originale

Tuttavia, la professoressa di psicologia Judith Kleinfeld ha evidenziato che nella seconda fase dell'esperimento, Milgrim ha

Cara/o spettatrice/spettatore, vorrei parlarvi dell’esperimento condotto da Milgrim nel lontano 1967, che mise in luce il concetto delle “sei gradi di separazione”. In realtà, i risultati ottenuti da questo studio non furono così brillanti come si potrebbe pensare.

Milgrim inizialmente selezionò dei partecipanti nello stato del Kansas e del Nebraska, chiedendo loro di consegnare una busta a un individuo specifico nel Massachusetts. Questi dovevano poi inviare la busta a un loro conoscente più vicino al destinatario, il quale avrebbe fatto lo stesso fino a raggiungere l’obiettivo finale.

I dati raccolti da Milgrim hanno mostrato che soltanto il 5% delle 60 buste spedite dal Kansas sono effettivamente arrivate al destinatario, e peggio ancora hanno attraversato in media ben nove persone, anziché sei come ci si aspetterebbe nel caso dei sei gradi di separazione.

Successivamente, uno studio condotto in Nebraska ha ottenuto un tasso di successo del 30% e una media di sei gradi di separazione. Tuttavia, la professoressa di psicologia Judith Kleinfeld ha evidenziato che nella seconda fase dell’esperimento, Milgrim ha utilizzato un “passaporto” di spessa cartoncino blu con la scritta “Harvard University” in oro, il che potrebbe aver influenzato i partecipanti a impegnarsi di più nella ricerca dei contatti necessari per la consegna.

Kleinfeld ha inoltre osservato che la maggior parte dei mittenti e dei destinatari appartenevano a famiglie benestanti e quindi avevano una rete di conoscenze più ampia rispetto alle persone a basso reddito.

In conclusione, possiamo affermare che i risultati dello studio originale di Milgrim sono stati messi in dubbio e la teoria dei sei gradi di separazione potrebbe essere più una leggenda metropolitana che una realtà scientifica. Bisogna quindi prendere questi dati con le pinze e rimanere aperti a nuove valutazioni.

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Le analisi matematiche dimostrano che il mondo è davvero piccolo

Oggi voglio parlarvi di un tema affascinante che ha a che fare con la nostra rete sociale e con il mondo della matematica. Decenni prima che Milgrim posesse il suo esperimento, i matematici si stavano già confrontando con quello che è stato definito il “problema del piccolo mondo”. Si proponevano di calcolare le probabilità matematiche che due sconosciuti avessero un conoscente in comune. Sì, proprio come quando dici: “Anche tu conosci Brianna di Boise? Che mondo piccolo!”. Milgrim con il suo esperimento sociale sembrava aver dimostrato che i cosiddetti “momenti del piccolo mondo” non erano così rari o inaspettati, ma i matematici comunque faticavano a spiegare come funzionasse questo fenomeno.

Non è stato fino alla fine degli anni ’90 che due matematici hanno costruito un modello al computer che ha replicato con successo i risultati di Milgrim. Il trucco, hanno scoperto, è che la maggior parte delle persone ha una o più “connessioni a lungo raggio” oltre a molte connessioni locali. Uno dei matematici, ad esempio, era un professore a New York, ma giocava a scacchi online con un amico in Olanda. Di conseguenza, tutti gli amici del matematico di New York erano a soli due passi da tutti quelli che conosceva l’amico olandese.

Esperimenti moderni che utilizzano le catene di messaggi via email hanno confermato che due persone in tutto il mondo sono collegate da una catena di sei a sette conoscenze. E nel 2024, Facebook ha scoperto che i suoi miliardi di utenti erano collegati da una media di 4.57 “amici” o 3.57 intermediari. Facebook ha chiamato questo “grado di separazione 3.5”. Sebbene i primi esperimenti di Milgrim potessero essere difettosi, hanno fatto presagire verità matematiche che ora costituiscono la base della “teoria delle reti”. L’inesperata stretta interconnettività delle nostre reti sociali – sia nel mondo reale che online – spiega come il COVID-19 sia esploso in una pandemia, o come le disinformazioni possano diventare virali e influenzare le elezioni presidenziali.

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Spero che queste informazioni vi siano state utili e vi abbiano lasciato con la voglia di esplorare ulteriormente questo argomento affascinante. Buona giornata!