Gli Effetti Collaterali dell’Uso di Crack – Come Funziona la Coca Crack

Gli Effetti Collaterali dell’Uso di Crack

Gli Effetti Collaterali dell’Uso di Crack – Come Funziona la Coca Crack

Benvenuto nella puntata di questa sera! Oggi parleremo degli effetti del crack sul corpo umano. Mentre il crack può creare una sensazione di euforia nel consumatore, lascia anche una serie di effetti significativi e potenzialmente pericolosi sul corpo. Persino chi lo assume solo alcune volte è a rischio aumentato di infarto, ictus, problemi respiratori e gravi disturbi mentali.

Il crack, una volta entrato nel flusso sanguigno, dona all’utente una sensazione di energia, maggior vigore e una maggiore sensibilità alla vista, al suono e al tatto. Il battito cardiaco aumenta, le pupille si dilatano e la pressione sanguigna e la temperatura corporea si alzano. L’utente può poi iniziare a sentirsi inquieto, ansioso e/o irritabile. In dosi elevate, il crack può rendere una persona estremamente aggressiva, paranoica e/o delirante.

A causa dei suoi effetti sul battito cardiaco e sulla respirazione, il crack può provocare un infarto, un’insufficienza respiratoria, ictus o crisi convulsive. Può anche influire sul tratto digestivo, causando nausea, dolori addominali e perdita dell’appetito.

Se il crack viene assunto con l’alcol, le due sostanze possono combinarsi nel fegato per produrre una sostanza chimica chiamata cocaetilene. Si tratta di una sostanza tossica e potenzialmente letale che produce un’ebbrezza più intensa rispetto al crack da solo, ma alza anche il battito cardiaco e la pressione sanguigna più del crack da solo, con esiti potenzialmente letali.

Nei tardi anni ’80, quando il crack rappresentava un crescente problema di sanità pubblica, emerse un problema correlato: il fenomeno dei cosiddetti “bambini crack”. Nel 1985, il dottor Ira Chasnoff scrisse un articolo sul New England Journal of Medicine affermando che i neonati esposti al crack nell’utero finivano con un danno cognitivo permanente. Ben presto, le immagini dei “bambini crack” comparvero ovunque nei media. Diventarono simbolo della guerra contro la droga.

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Da allora, molti ricercatori hanno messo in discussione l’idea del “bambino crack”. Uno studio del 2024 della Society for Research in Child Development ha scoperto che l’esposizione prenatale alla cocaina non influenzava lo sviluppo del bambino entro i 2 anni di età, e ha suggerito che gli effetti nocivi precedentemente riscontrati nei neonati esposti alla cocaina potessero avere più a che fare con le cure post-natali che con l’esposizione alla droga nell’utero. Le paure di una generazione di “bambini crack” permanentemente con disabilità di apprendimento sembrano essere state esagerate. Gli scienziati hanno scoperto che gli effetti a lungo termine dell’esposizione al crack sullo sviluppo cerebrale dei bambini sono stati relativamente limitati, circa quanto il tabacco ma meno gravi dell’alcol.

Tuttavia, i medici concordano sul fatto che il crack sia assolutamente insicuro da assumere durante la gravidanza. I bambini esposti al crack nell’utero nascono spesso prematuri e tendono ad essere più piccoli rispetto agli altri neonati. L’esposizione al crack può comunque contribuire a ritardi nello sviluppo cognitivo e motorio.