Otto scienziati nativi americani che dovresti conoscere

Otto scienziati nativi americani che dovresti conoscere

Ciao! Oggi parleremo di alcuni straordinari personaggi che hanno fatto la differenza nel campo della scienza, dell’ingegneria e della matematica, mettendo in luce la loro identità orgogliosamente indigena.

Immagina di essere in viaggio nel tempo, e di poter incontrare queste straordinarie menti.

Partiamo con un salto nel passato e conosciamo Istá Ye-ebán, una sapiente donna Navajo del XIX secolo. Sapevi che lei era abile nella medicina e nella raccolta di erbe? Era rispettata per le sue conoscenze uniche e il suo legame con la natura.

Poi c’è Mary Golda Ross, della tribù Cherokee, che negli anni ’40 ha lavorato come ingegnere aerospaziale contribuendo a progetti pionieristici come il programma spaziale. Immagina la sua eccitazione nel contribuire a esplorare l’universo!

Passando ai giorni nostri, pensa a John Herrington, un membro della Nazione Chickasaw e astronauta della NASA. Ha avuto l’opportunità di volare nello spazio e guardare la Terra da lassù. Che emozione incredibile deve essere stata per lui!

E poi c’è anche Nicole Mann, astronauta e ufficiale dei marines. Immagina la sua esperienza, volare nello spazio e guardare la Terra da una prospettiva completamente diversa.

Queste sono solo alcune delle straordinarie menti indigene che hanno contribuito al progresso scientifico e tecnologico. La loro eredità e la loro importanza non possono essere ignorate.

Spero che questa panoramica ti abbia emozionato e che tu possa apprezzare ancora di più le straordinarie conoscenze e le risorse che le popolazioni indigene hanno contribuito a portare alla luce.

La vita e l’eredità di Dr. Susan La Flesche Picotte (1865-1915)

La sua passione per la scienza e la ricerca era destinata a essere parte integrante della

Benvenuto al racconto della vita straordinaria di Susan La Flesche, una figura eccezionale nella storia medica degli Stati Uniti. Immagina di trovarti nella Nebraska rurale del XIX secolo, in una riserva dell’Omaha Nation, tra paesaggi selvaggi e una comunità tribale che lotta per i propri diritti.

Da giovane, Susan assistette impotente alla morte di una donna nativa americana per mano di un medico bianco che rifiutò di curarla. Quest’esperienza la spinse a diventare un medico a tutti gli effetti, sfidando i pregiudizi e le difficoltà dell’epoca.

Decise di lasciare la riserva a soli 14 anni per studiare in New Jersey, dove non esisteva ancora un solo medico nativo americano con licenza. Frequenta l’Hampton Institute in Virginia, un istituto all’avanguardia per studenti non bianchi, e si iscrisse al Woman’s Medical College of Pennsylvania grazie a borse di studio dell’Ufficio degli Affari Indiani degli Stati Uniti.

Non solo si laureò in anticipo, ma si classificò anche al primo posto della sua classe, dimostrando una straordinaria determinazione e capacità.

Una volta diventata la prima donna medico nativa americana nella storia degli Stati Uniti, Susan La Flesche tornò in Nebraska e aprì uno studio medico per servire sia la comunità dell’Omaha Nation che i pazienti bianchi, dimostrando un eccezionale senso di inclusione e integrazione.

Nel 1894, sposò Henry Picotte, e nel 1913 inaugurò il primo ospedale privato all’interno di una riserva nativa americana, fornendo cure e assistenza a migliaia di persone.

La sua storia è un esempio straordinario di determinazione, coraggio e altruismo, e ci insegna che è possibile superare ogni ostacolo per realizzare i propri sogni, diffondendo un messaggio di speranza e cambiamento.

Bertha Parker Pallan Cody: biografia di una donna pioniera dell’archeologia (1907-1978)

Ciao! Sono Piero Angela e oggi ti racconterò la straordinaria storia di Bertha”Birdie” Parker, una donna straordinaria nata per essere un’archeologa. Immagina, è letteralmente nata in una tenda, durante uno scavo archeologico! La sua passione per la scienza e la ricerca era destinata a essere parte integrante della sua vita fin dai primi istanti.

Il padre di Parker era un folclorista, archeologo e storico della tribù Seneca, mentre sua madre era una meravigliosa attrice della Nazione Abenaki, che apparve in film come “Nascita di una nazione” di D.W. Griffith. Dopo il divorzio dei genitori, Parker si avvicinò al mondo della recitazione e del modellismo, ma alla fine tornò alla sua prima passione, l’archeologia.

La sua vita prese una svolta significativa quando suo zio acquisito, Mark Raymond Harrington, direttore del Southwest Museum di Los Angeles, le offrì lavoro come segretaria e cuoca per le spedizioni archeologiche del museo. Tuttavia, Birdie non si accontentava di svolgere “lavori da donne”. Impegnandosi con determinazione, apprese rapidamente sul campo e si mostrò disposta a spingersi là dove altri scienziati temevano di andare.

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Nel 1930, compì una scoperta straordinaria quando si infilò attraverso una stretta fenditura nella Gypsum Cave, in Nevada, e lì trovò il cranio di un bradipo gigante accanto a strumenti appartenenti agli antichi popoli indigeni: la prova che questi antichi popoli coesistevano con animali ormai estinti.

Parker pubblicò diversi importanti scritti, includendo esplorazioni etnografiche sulle tribù californiane come i Maidu, i Yurok, i Pomo e i Paiute, facendo sempre attenzione ad includere i nomi degli uomini e delle donne nativi che aveva intervistato, una pratica insolita per l’epoca. Purtroppo, spesso è stata creditata solo come figlia, nipote o moglie dei suoi parenti archeologi maschi.

Più tardi nella vita, Birdie sposò “Iron Eyes Cody”, l’attore italo-americano noto per aver interpretato ruoli di nativi americani. Cody è famoso per la sua apparizione nell’annuncio “Crying Indian” del 1974.

Che donna straordinaria, vero?

Mary Golda Ross (1908-2024) – Una pioniera dei viaggi spaziali e una delle prime ingegnere aerospaziali negli Stati Uniti

Ciao! Oggi voglio raccontarti la storia straordinaria di Mary Golda Ross, una donna incredibile che è entrata a far parte della leggenda grazie al suo lavoro come ingegnere in progetti di avanguardia.

Mary Golda Ross era la pronipote di un leggendario capo Cherokee e lei stessa è diventata una leggenda come ingegnere. Fu la prima donna e la prima nativa americana ad essere assunta da Lockheed Martin. Negli anni ’40, Mary faceva parte del famoso team Skunk Works di Lockheed Martin, insieme a un’altra donna, e insieme progettavano aerei da caccia di ultima generazione per la Seconda Guerra Mondiale. È accreditata come principale responsabile dello sviluppo del P-38 Lightning a due code, ma gran parte del suo lavoro bellico è ancora classificato.

La NASA considera Mary una delle “figure nascoste” della corsa allo spazio degli anni ’60. Come matematica e ingegnere, è stata parte essenziale del programma Apollo e ha persino scritto un volume della Guida di Volo Planetario della NASA con calcoli di traiettorie per i voli su Marte e oltre.

Questa donna straordinaria ha aperto la strada per molte altre donne e nativi americani nel mondo dell’ingegneria e della scienza. La sua storia è davvero ispiratrice e dimostra che con la determinazione e l’ingegno si possono superare ogni ostacolo.

Fred Begay, noto artista Navajo, è morto nel 2024 all’età di 81 anni

Ciao! Oggi ti porterò a conoscere la straordinaria storia di Fred Begay, conosciuto anche come Clever Fox. Nato nella riserva indiana Ute Mountain in Colorado, ha trascorso la sua infanzia immerso nelle tradizioni della cultura Navajo, tra storie e cerimonie tramandate dai suoi genitori, veri e propri guardiani spirituali.

Immagina crescere circondato da queste antiche leggende e pratiche, un’esperienza che certamente ha plasmato il suo modo di pensare e di interpretare il mondo. Poter affrontare la fisica con un punto di vista così particolare e unico è sicuramente stata una delle chiavi del suo successo.

Non è affatto scontato che, tornato dalla guerra di Corea, abbia deciso di immergersi nello studio della fisica, una disciplina completamente nuova per lui. Puoi quasi immaginare la sua determinazione nel frequentare le lezioni all’Università del New Mexico durante il giorno e completare gli studi di liceo di sera. Una vera testimonianza di impegno e resilienza.

E poi, pensa un po’: Begay diventa il primo nativo americano a laurearsi in fisica, ottenendo il dottorato. Un traguardo straordinario, che apre le porte per una carriera ricca di successi e riconoscimenti. Viene assunto dal Los Alamos National Laboratory nel 1972, concentrandosi sulla ricerca della fusione termonucleare controllata come possibile fonte di energia pulita.

Immagina solo l’importanza di questa ricerca: stiamo parlando della possibilità di risolvere uno dei problemi più urgenti del nostro tempo, quello dell’energia pulita e sostenibile. E tutto questo grazie anche al contributo di un uomo che porta con sé le tradizioni e la saggezza dei suoi antenati.

Questa storia ci insegna che le nostre radici, la nostra cultura e le nostre esperienze possono diventare un valore straordinario, diventando un punto di partenza per rivoluzionare il mondo che ci circonda.

Le opere di Jerry Chris Elliott (1943-)

Ti racconterò la storia straordinaria di Jerry Chris Elliott, un uomo il cui destino è stato segnato fin da bambino da una visione spirituale. Da giovane, in Oklahoma City, ha udito una voce dal cielo che gli annunciava il suo futuro contributo alla missione di portare l’uomo sulla luna.

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Immagina la scena: un annuncio sullo spazio, su un’avventura che porta l’uomo oltre i confini terrestri. Jerry, appena laureato alla University of Oklahoma, non ha potuto resistere alla chiamata di NASA e si è unito al programma Gemini come ingegnere di guida, diventando così il primo nativo americano a lavorare per l’agenzia spaziale.

Ma il momento più emozionante è arrivato il 20 giugno 1969, quando, da membro del team di controllo missione a Houston, ha assistito a Neil Armstrong compiere il primo passo dell’umanità sulla luna. Un vero e proprio sogno diventato realtà!

Le sue abilità hanno giocato un ruolo cruciale in ben 11 missioni Apollo, tra cui quella memorabile dell’Apollo 13, quando è stato parte del team che ha guidato il veicolo danneggiato in modo sicuro verso la Terra. Nel 1970, Jerry e il resto del team di controllo missione dell’Apollo 13 sono stati premiati con la Medaglia Presidenziale della Libertà per il coraggio e la dedizione dimostrati in quella situazione critica.

Per rendere omaggio al suo straordinario contributo, la Cherokee Nation ha onorato Jerry con il nome di High Eagle, in riferimento al detto tradizionale “L’aquila che vola più in alto è più vicina a Dio”.

Questa storia ci ricorda che i sogni, se coltivati con impegno e determinazione, possono trasformarsi in realtà straordinarie.

John Herrington, il primo astronauta nativo americano ad andare nello spazio nel 1958-

Ciao! Oggi vorrei raccontarti la storia straordinaria di John Herrington, un astronauta appartenente alla tribù dei Chickasaw, nota per la sua incredibile avventura nello spazio. Immaginati di trovarci negli anni ’90, in un’epoca in cui le frontiere dell’esplorazione spaziale sembrano ancora così distanti da noi, quasi irraggiungibili.

John, con il suo background accademico in matematica applicata, decide di arruolarsi nella marina per diventare pilota. Riesce a cumulare più di 3.000 ore di volo su 30 diversi tipi di aerei, mentre studia per ottenere la laurea magistrale in ingegneria aeronautica. Una vera e propria combinazione di intelligenza e coraggio, non trovi?

Nel 1996, John entra a far parte della NASA e diventa specialista di missione per la 16ª missione dello Space Shuttle verso la Stazione Spaziale Internazionale, un obiettivo che sembrava così lontano dalla sua infanzia nella riserva dei Chickasaw. Eppure, nel 2024, lui, un membro della tribù Chickasaw, è diventato il primo nativo americano a fare una passeggiata nello spazio, un traguardo storico che ha ispirato molte persone!

Per commemorare la sua straordinaria impresa, John ha portato con sé sei piume d’aquila, una treccia di erba dolce, due punte di freccia e la bandiera dei Chickasaw.

Ecco, questa è la vera essenza dell’esplorazione: non solo tecnologia e esperimenti scientifici, ma anche un simbolo di speranza, di perseveranza e di orgoglio delle proprie radici. E chissà quante storie affascinanti e avventure ancora ci attendono nello spazio!

La storia di vita e carriera di Dr. Lori Arviso Alvord (1958-), la prima donna Navajo ad essere diventata chirurgo”

Ciao! Oggi vorrei raccontarti la storia di Lori Arviso Alvord, una brillante chirurga Navajo che ha cambiato il modo in cui concepiamo la medicina. Immagina di trovarti nel deserto del Nuovo Messico, circondato dalla bellezza mozzafiato delle montagne e dai colori vivaci della cultura Navajo. Qui, Lori ha iniziato a lavorare come chirurga, ma non si è accontentata di seguire semplicemente il protocollo medico.

Lori ha capito che la sua formazione non era sufficiente per guarire i suoi pazienti amerindiani. Ha iniziato a integrare la medicina occidentale con le pratiche tradizionali delle tribù Navajo, come la guarigione spirituale e l’uso di erbe medicinali. Questo approccio olistico ha portato a risultati straordinari, con i pazienti che si sentivano veramente compresi e curati a livello fisico, mentale e spirituale.

Immagina l’emozione di quei momenti, quando Lori ha visto le persone tornare in armonia con la loro terra e le loro tradizioni millenarie. Ha dimostrato che la medicina non è solo una questione di farmaci e procedure, ma anche di connessione con la cultura e la spiritualità. Grazie alla sua sensibilità, ha aperto la strada ad una nuova concezione della cura, dove il rispetto per la storia e la filosofia di un popolo è parte integrante del processo di guarigione.

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Spero che la storia di Lori Arviso Alvord ti abbia ispirato tanto quanto ha ispirato me. È un esempio straordinario di come la medicina possa abbracciare le diverse tradizioni e diventare veramente inclusiva. E chissà, forse il suo lavoro aprirà la strada a una nuova era di guarigione che rispetta e valorizza la diversità culturale.

Ciao, amante della conoscenza! Oggi vogliamo parlarti di Lori Alvord, una brillante chirurga che ha saputo coniugare la moderna pratica medica con la saggezza Navajo. Cresciuta in una riserva Navajo, ha integrato la sua formazione chirurgica con l’antica saggezza del suo popolo. Nel suo libro del 1999, “Il bisturi e l’Orso d’Argento”, ha condiviso come abbia imparato a aiutare i suoi pazienti a trovare una maggiore guarigione e forza attraverso i principi Navajo di una vita equilibrata e armoniosa, in cui c’è connessione tra gli esseri umani, lo spirito e la natura.

Oggi Alvord lavora presso l’Astria Toppenish Hospital nello stato di Washington, che comprende un Centro Spirituale Nativo Americano oltre a strutture mediche all’avanguardia. Secondo Alvord, è fondamentale che gli ospedali abbiano spazi verdi con alberi, erba, cielo e sole; animali nelle vicinanze, non solo per i bambini e gli anziani. La bellezza è davvero importante, con opere d’arte sui muri, giardini, e terrazze all’aperto con vista. Un ospedale dovrebbe anche avere i giusti profumi, i cibi adatti, i suoni che ci rilassano. Dovremmo evitare ciò che ci mette stress, come suoni acuti, luci troppo forti e annunci invasivi.

Ti rendi conto di quanto sia interessante e innovativa l’approccio di Alvord? Questa combinazione di medicine ancestrali e moderne potrebbe portare a importanti miglioramenti nella cura dei pazienti. La sua visione di un ambiente ospedaliero più umano e confortevole ci fa riflettere su quanto sia importante considerare non solo la terapia medica, ma anche il benessere emotivo e psicologico dei pazienti.

Nicole Aunapu Mann, una donna nata nel 1977, è una delle astronauti dell’agenzia spaziale americana, la NASA.

Ciao, amante della scienza e dell’avventura spaziale! Oggi ti parlerò di Nicole Aunapu Mann, una donna straordinaria che ha fatto la storia come la prima nativa americana a volare nello spazio. Mann, dal ramo Wailacki delle Round Valley Indian Tribes in California, ha compiuto questa impresa nel 2024, quando è stata comandante di missione di un volo SpaceX verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Ma prima di raggiungere le stelle, Nicole ha vissuto un percorso eccezionale. Ha ottenuto una laurea in ingegneria meccanica presso l’Accademia Navale degli Stati Uniti e un master alla prestigiosa università di Stanford. Ha iniziato la sua carriera come pilota dei Marines, partecipando a ben 47 missioni di combattimento in Iraq e in Afghanistan. In seguito è diventata pilota collaudatore per gli aerei F/A-18 Hornet e Super Hornet. Un curriculum di tutto rispetto!

Ma le sorprese non finiscono qui. Durante la sua missione nello spazio, Nicole ha portato con sé alcuni ricordi personali legati alle sue origini, come un sogno (appeso o posato vicino) catcher regalatole dalla madre, oltre agli anelli del suo matrimonio. Un tocco di umanità e tradizione in mezzo alle stelle, che fa riflettere sul legame tra la terra e il cosmo.

E non è finita qui: Mann fa parte anche della missione Artemis della NASA, il progetto ambizioso di riportare l’uomo e la donna sulla Luna. Sembrerebbe che la lista dei suoi “primati” non sia destinata a fermarsi qui. Chissà quali nuove frontiere attenderanno questa coraggiosa esploratrice spaziale!