Potrebbe il Duck di Salter aver risolto la crisi del petrolio?

Potrebbe il Duck di Salter aver risolto la crisi del petrolio?

Avete presente quando il prezzo della benzina raggiunge livelli elevati e vi ritrovate a optare per la stazione di servizio più vicina perché non vale la pena sprecare preziosa benzina girando alla ricerca di un prezzo migliore? Oppure quando la gente inizia a scambiare i suoi ronzanti tosaerba a benzina con un vecchio tosaerba a spinta? Sì, proprio così, i tempi sono duri e il Fa nascere domande sulla possibilità di un’eventuale crisi petrolifera.

In un momento come questo, gli attivisti ambientali vedono però un lato positivo. La paura di raggiungere il picco del petrolio e l’aumento dei prezzi spingono molte persone a chiedersi se non stiamo entrando, o siamo già nel bel mezzo, di una crisi petrolifera. Questo porta le persone a chiedere alle aziende e ai governi di risolvere o prevenire un’imminente crisi, offrendo così agli ambientalisti la possibilità di promuovere e finanziare energie pulite e rinnovabili.

La storia si ripete, perché negli anni ’70 una crisi petrolifera spinse imprenditori e leader governativi a investire in alternative energetiche. Nel frattempo, Stephen Salter, professore all’Università di Edimburgo, vide una soluzione nelle onde del mare. Inizia a lavorare con un gruppo per sviluppare un dispositivo in grado di convertire in modo efficiente l’energia delle onde oceaniche in elettricità utilizzabile. Le onde si verificano quando l’acqua assorbe l’energia dei venti e la condensa in una forza estremamente potente e affidabile. La sfida consiste nel cercare di sfruttare questa immensa energia.

Il gruppo ideò un meccanismo noto come “Anatra di Salter” (o Anatra di Edimburgo), che pensavano potesse ridurre la dipendenza del paese dal petrolio. Certamente, l’idea dietro all’Anatra di Salter ha soddisfatto le aspettative più alte riguardo al potenziale dell’energia delle onde. Ma è mai stata realizzata?

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