Perché i luoghi liminali suscitano un senso di inquietudine, ma allo stesso tempo si avvertono familiari?

Perché i luoghi liminali suscitano un senso di inquietudine, ma allo stesso tempo si avvertono familiari?

Benvenuto in un affascinante mondo di spazi liminali, Forse non hai mai sentito parlare di questo termine, ma sappi che si tratta di quei luoghi che si trovano “tra” due stati o situazioni diverse. I nostri antenati latini lo chiamavano così perché liminalis deriva dal termine limen, che significa soglia.

Immagina luoghi come l’ingresso di una casa, un cortile, o il confine tra la realtà e il sogno: tutti questi spazi sono liminali, in quanto si trovano proprio al confine tra due mondi. Ma, sapevi che esistono anche spazi emotivi liminali? Sì, sono quei momenti di transizione nella vita di una persona, in cui si è sospesi tra due decisioni o due fasi della propria esistenza.

Un esperto di architettura definisce questi spazi come zone di passaggio, come i corridoi, le scale o i sottopassaggi. Non sono spazi molto interessanti esteticamente, ma hanno il potere di evocare sensazioni ed emozioni in chi li attraversa. Forse, proprio perché sono luoghi di transizione, ci colpiscono in modo particolare.

Non solo, Ma la pandemia stessa è stata definita come un periodo di liminalità sociale involontaria, un momento di incertezza e ambiguità in cui tutto sembra sospeso e indefinito. Quante volte ti sei sentito come se fossi in uno di questi spazi liminali, senza trovare le parole per descriverlo? È un’esperienza comune, che coinvolge molti di noi.

Ma non sono solo spazi fisici ad essere considerati liminali, no. Anche luoghi abbandonati, come centri commerciali vuoti o sale d’attesa deserte, possono essere considerati dei spazi liminali, in quanto si trovano in una sorta di limbo tra l’essere utilizzati e l’essere abbandonati, tra il passato e il presente. Sono spazi che si trovano in una sorta di transizione, in attesa di trovare una nuova identità.

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E allora, Ti invito a riflettere su questi spazi liminali, sia fisici che emotivi, e a riscoprirci in essi, trovando la bellezza anche nella transizione e nell’incertezza.

Spazi liminali nella vita di tutti i giorni

  Ma non sono solo spazi fisici ad essere considerati liminali, no.

Ciao! Sono Piero Angela e oggi parleremo di spazi liminali. Questi spazi sono particolarmente intriganti perché generano sentimenti di incertezza e disorientamento. Ti trovi davanti a un luogo che sembra sospeso nel tempo, un passaggio tra un punto e un altro, e questo può generare in te una sensazione di inquietudine.

Immagina di trovarti in un grande centro commerciale abbandonato, con corridoi vuoti e luci spente. Questo spazio in cui solitamente c’era vita, adesso sembra aver perso la sua identità e la sua funzione. Ecco, è proprio questo senso di smarrimento e di perdita di riferimenti che caratterizza i luoghi liminali. Ti chiederai: ma come è possibile che un luogo abbandonato possa suscitare emozioni così forti?

Ebbene, la risposta sta nel fatto che in questi spazi mancano i segni distintivi di appartenenza e di vita quotidiana. Non c’è nessuno che li riempia con la propria presenza, dando loro un senso di familiarità. Quindi, quando ti trovi in un luogo liminale, è normale sentirsi un po’ fuori posto, come se stessi vagando in un mondo sospeso tra la realtà e l’immaginazione.

Ma non è solo la sensazione di smarrimento che caratterizza questi spazi. Anche la mancanza di direzione e di scopo può generare in te una certa inquietudine. Potresti sentirti come se stessi vagando senza meta, senza sapere bene cosa cercare o cosa aspettarti da quel luogo. È come se ti trovassi in una sorta di limbo, dove le regole e le certezze del mondo reale sembrano svanire.

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E sai una cosa? Questi spazi liminali si stanno facendo strada anche nei mondi virtuali, come i videogiochi. Immagina di trovarti in una stanza buia, senza vie di uscita, e di dover vagare senza una meta precisa. Anche qui, la sensazione di essere persi e minacciati senza sapere esattamente il motivo può generare una forte tensione emotiva.

Insomma, i luoghi liminali sono come delle pause nel flusso ordinario della vita, delle parentesi sospese che ci invitano a esplorare territori inesplorati della nostra mente. Sono spazi che ci sfidano a guardare al di là dei confini stabiliti, a esplorare nuove prospettive e ad accettare l’incertezza come parte integrante del nostro percorso.

Qual è la motivazione che spinge le persone a cercare spazi liminali?

Ciao, sei mai entrato in un luogo e ti sei sentito un po’ spaesato? Quel senso di incertezza e di transizione che ti pervade quando ti trovi in un posto che sembra sospeso tra due mondi diversi? Questa sensazione ha un nome, si chiama spazio liminale.

Immagina di trovarsi in uno di quei luoghi che sembrano fuori dal tempo, come una stazione ferroviaria deserta al tramonto o un corridoio vuoto di un vecchio ospedale. In questi spazi, la mente umana sembra sperimentare una sorta di smarrimento, un senso di indefinito che può generare inquietudine.

Ma sai una cosa? Nonostante questa sensazione di disagio, c’è un motivo per cui molte persone sono affascinate da queste immagini e da queste rappresentazioni. Forse è proprio perché questi spazi ci permettono di riflettere sulle nostre esperienze e di interagire con l’ambiente circostante in modo nuovo e significativo.

In effetti, è stato osservato un crescente interesse per gli spazi liminali nell’ambito dell’architettura. Forse, in un periodo di grande incertezza come quello vissuto durante la pandemia, diventiamo più consapevoli di questi luoghi di transizione e delle emozioni che possono suscitare. Ci ritroviamo a cercare spazi che ci permettano di confrontarci con la realtà e che ci offrano nuove prospettive.

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Insomma, sembra che, pur dietro alla sensazione di smarrimento, ci sia anche una sorta di ricerca di punti di vista diversi, di spazi di potenziale. Ciò che può sembrare inizialmente inquietante diventa così un’opportunità per esplorare e per crescere.

Eh sì, sembra che anche di fronte alla scomodità e all’incertezza, l’essere umano non possa fare a meno di cercare nuove sfide e nuove possibilità di crescita. Magari proprio in quei luoghi che la nostra mente percepisce come “sospesi” nel tempo e nello spazio. Curiosa cosa, non trovi?