Le teorie scientifiche di Newton e la pratica alchemica: un confronto delle influenze nella ricerca del sapere
Ciao, Oggi ti parlerò di un aspetto poco conosciuto della vita di Isaac Newton: la sua passione per l’alchimia. Potresti essere sorpreso nel sapere che il famoso scienziato che ha formulato le leggi del moto e della gravitazione universale era anche un alchimista appassionato.
Immagina la mente brillante di Newton, immersa in misteri antichi e leggende greche, cercando di decifrare l’enigma dell’alchimia. Per lui, l’alchimia rappresentava una sfida, una via per controllare la natura stessa. Si immerse così profondamente nelle pratiche mistiche dell’alchimia che si attribuì un nome speciale: Jehovah Sanctus Unus, che tradotto dal latino significa “Jehovah, l’Unico Santo”. Un nome che evoca un senso di misticismo e segretezza.
Newton credeva fermamente di poter compiere progressi significativi verso la creazione della pietra filosofale, una sostanza leggendaria capace di trasformare il metallo in oro e di curare malattie. Era così convinto di aver fatto dei progressi che mantenne segreto il suo lavoro sull’alchimia, non pubblicandolo mai.
Era un periodo in cui l’alchimia era ancora considerata illegale e non sorprende che Newton volesse proteggere le sue scoperte. Inoltre, alla fine della sua vita, l’alchimia era vista con grande stigma, in particolare per uno scienziato di tale prestigio.
Alcuni dei testi di Newton sull’alchimia potrebbero essere stati distrutti, altri sono così pieni di enigmi, nomi in codice e dettagli vaghi da renderli difficili da decifrare. Tuttavia, questi testi forniscono uno spaccato interessante della mente complessa e ambiziosa di questo genio, desideroso di comprendere l’universo in ogni modo possibile.
Beh, ciò che emerge è un ritratto affascinante di Isaac Newton, un uomo il cui interesse per l’alchimia ci rivela una nuova sfumatura della sua genialità.