La missione spaziale Artemis I sta puntando verso la Luna

La missione spaziale Artemis I sta puntando verso la Luna

è un momento straordinario per l’esplorazione spaziale! Il sistema di lancio spaziale Artemis I (SLS) e la navicella Orion sono finalmente pronti per il tanto atteso volo di prova. Immagina di essere lì, a osservare la maestosa navicella spuntare come un moderno angelo del cielo, pronto a portare l’umanità verso nuove frontiere.

È davvero un’emozione unica assistere a questo momento epico, soprattutto se pensi che il tuo ricordo della storica passeggiata sulla Luna risale a quasi mezzo secolo fa. Ecco perché questo passo avanti verso nuove missioni con equipaggio sulla Luna è così significativo.

Questa missione è essenzialmente una prova non pilotata per un volo con equipaggio che viaggerà verso la Luna e atterrerà nella sua regione polare meridionale nel 2024. Immagina le emozioni di quegli astronauti, preparandosi per una missione così avvincente e rivoluzionaria!

E che dire della prima immagine della Terra scattata dalla navicella Orion dopo più di nove ore dal lancio? È un momento mozzafiato, un nuovo sguardo sulla nostra amata Terra da una prospettiva così unica e straordinaria. È come un’opera d’arte cosmica, che ci ricorda la bellezza e la fragilità del nostro pianeta.

Insomma, è un momento davvero emozionante per l’esplorazione spaziale e non possiamo che essere entusiasti di ciò che il futuro ci riserva. Rimaniamo con il naso all’insù, pronti a seguire ogni nuovo passo dell’umanità nel vasto e misterioso universo.

Quali sono gli obiettivi della missione?

Il suo viaggio lo porterà a soli 97 chilometri dalla superficie lunare, per un totale di

Siamo di fronte a un momento storico straordinario: la missione Artemis I sta per condurre l’Orion nello spazio, più lontano di quanto qualsiasi veicolo progettato per gli esseri umani abbia mai volato. Immagina di viaggiare per 450.000 chilometri dalla Terra, superando la luna e addentrandoti nello spazio profondo.

Durante questa straordinaria avventura, l’Orion rimarrà nello spazio per ben 42 giorni, stabilendo un nuovo record per le missioni spaziali non ancorate alla stazione spaziale. Il suo viaggio lo porterà a soli 97 chilometri dalla superficie lunare, per un totale di 2,1 milioni di chilometri percorsi. Infine, il suo arrivo è previsto nell’Oceano Pacifico, al largo della costa di San Diego.

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Ma non è tutto: l’obiettivo principale di questa missione è testare lo scudo termico dell’Orion durante il rientro nell’atmosfera terrestre. L’obiettivo è dimostrare le complete capacità operative in tutte le fasi della missione, compreso il lancio del razzo SLS, il più potente mai sviluppato. Si tratta di un momento emozionante che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per l’esplorazione spaziale.

E c’è di più: a bordo di Artemis ci sarà anche il LunaH-Map CubeSat, una piccola sonda spaziale delle dimensioni di una scatola da scarpe. Questa sonda verrà rilasciata a circa 10-12 chilometri dalla superficie lunare e avrà il compito di misurare i neutroni emessi dalla Luna, con l’obiettivo di mappare i depositi d’acqua, una risorsa preziosa per il futuro dell’esplorazione spaziale.

Immagina un futuro in cui la Luna potrebbe fornire i materiali per produrre carburante per razzi, consentendo di ridurre il peso e i costi dei viaggi spaziali. La possibilità di rifornirsi presso una base lunare potrebbe persino consentire di esplorare regioni dello spazio mai raggiunte prima.

Insomma, stiamo per assistere a un’epica avventura nello spazio, che potrebbe aprire la strada a scoperte straordinarie e a una nuova era dell’esplorazione umana.

Cosa c’è a bordo di Artemis?

La missione Artemis I condurrà anche altre ricerche scientifiche. Invece di astronauti umani, l’astronave Orion conterrà due manichini antropomorfi femminili ATOM Phantoms di nome Helga e Zohar. Questi dispositivi, simili a manichini, sono progettati per misurare l’esposizione potenziale alle radiazioni degli astronauti durante il viaggio nello spazio.

I dispositivi sono prodotti da CIRS, ora parte della controllata Sun Nuclear di Mirion Technologies. Zohar indosserà anche un gilet antiradiazione sviluppato da un’azienda israeliana, che verrà testato per valutarne l’efficacia nel mitigare l’esposizione alle particelle solari, come parte dell’esperimento MARE dell’Istituto di Medicina Aerospaziale della Germania.

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Questa ricerca è particolarmente cruciale perché il corpo femminile ha una maggiore sensibilità agli effetti delle radiazioni nello spazio, secondo la NASA. “Nove dei 18 astronauti di Artemis sono donne, riflesso di un aumento della rappresentanza che è stato decenni in fase di realizzazione”, spiega Matthew Maddox, vicepresidente del marketing di Mirion, via email. “Artemis I e il programma MARE sono focalizzati sull’aggiornamento della scienza delle radiazioni dei viaggi spaziali, per tenere il passo con questo cambio nella diversità. Il design antropomorfo dei manichini femminili CIRS ATOM, che volano come sostituti per futuri astronauti, aiuterà a contribuire a una migliore comprensione di come le radiazioni dello spazio influenzano i corpi femminili. I dati raccolti mostreranno quali parti dell’anatomia sono più a rischio, e in definitiva aiuteranno a plasmare i sistemi progettati per proteggere i futuri viaggiatori spaziali”. Due torsioni “fantasma” identiche di nome Helga e Zohar voleranno a bordo di Orion. Saranno dotate di rilevatori delle radiazioni che misureranno gli effetti delle radiazioni nello spazio. Zohar indosserà anche un gilet che testerà la protezione antiradiazione (vedi in nero).

Il prossimo passo, la Luna

Il lancio dell’Artemis I potrebbe segnare un momento cruciale per il ritorno dell’uomo sulla Luna e questa missione potrebbe essere il primo passo per rivitalizzare la capacità degli Stati Uniti di portare gli esseri umani nuovamente sulla superficie lunare. Come avrai sicuramente appreso dalle mie trasmissioni, prima di affidare la vita dei nostri valorosi astronauti ad un razzo, è fondamentale testarne la sicurezza e l’affidabilità. Questo lancio non vedrà la presenza di persone a bordo, ma includerà tutte le riproduzioni esatte dei sistemi necessari per una futura missione lunare, oltre agli strumenti necessari per verificarne il corretto funzionamento.

L’entusiasmo è palpabile anche per la prospettiva di una maggiore esplorazione della Luna da parte dei ricercatori, considerata come un vero e proprio scrigno di tesori che racconta la storia del sistema solare, lento nel mutare nel corso del tempo. Come avrai notato dalle mie puntate dedicate all’esplorazione spaziale, la Luna offre un’opportunità unica per comprendere l’evoluzione del nostro sistema solare.

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Tuttavia, risulta palese che la missione Artemis I porterà con sé un grado di rischio intrinseco, considerata la complessità e la difficoltà della stessa. Come ha dichiarato Mike Sarafin, responsabile della missione Artemis I, in un briefing del 22 agosto, stiamo affrontando qualcosa di incredibilmente difficile e che comporta rischi intrinseci.

Dopo Artemis I, seguirà la missione Artemis II, prevista forse per la primavera del 2024 e che vedrà la presenza di astronauti umani a bordo, aprendo la strada per Artemis III, che includerà un atterraggio pilotato sulla superficie lunare. Come ho avuto modo di illustrare nelle mie trasmissioni, è fondamentale portare a termine ogni fase con successo per garantire la sicurezza degli astronauti che si appresteranno a compiere un passo storico sulla Luna.

Infine, come anticipato nelle ultime notizie, l’agenzia spaziale NASA ha annunciato ben 13 possibili siti di atterraggio vicino al polo sud della luna, ognuno con diverse opzioni di atterraggio per Artemis III. Tutti e 13 i siti offrono aree con accesso continuo alla luce solare, fondamentale per soggiorni a lungo termine sulla Luna. Come avrai modo di notare, il futuro dell’esplorazione spaziale ci riserva emozionanti avventure e nuove scoperte, sia per gli appassionati di astronomia che per gli studiosi di scienze spaziali.