Qual è stata la motivazione che ha portato i russi a sigillare il buco più profondo del mondo?

Qual è stata la motivazione che ha portato i russi a sigillare il buco più profondo

Ciao! Oggi ti parlerò del Kola Superdeep Borehole, il buco più profondo del mondo, situato in Russia. Immagina di essere lì, in questo luogo così straordinario, circondato da macerie e davanti a quel piccolo tappo blu e bianco che chiude il foro profondo ben 12.262 metri, pari a 7,6 miglia, superando quindi la profondità della Fossa delle Marianne e l’altezza dell’Everest.

Tutto ha avuto inizio nel lontano 1970, quando i sovietici hanno dato il via a questo incredibile progetto di perforazione. Durante questa impresa, sono emerse scoperte inaspettate e molto interessanti. Ad esempio, è stata riscontrata l’assenza della “discontinuità di Conrad”, ovvero la transizione dal granito al basalto, e la presenza di acqua liquida a profondità inaspettate. Inoltre, sono stati rinvenuti microscopici fossili di organismi marini unicellulari risalenti a 2 miliardi di anni fa. Davvero affascinante, non trovi?

Ma la perforazione ha dovuto affrontare numerosi ostacoli, come l’aumento delle temperature e delle densità delle rocce, che hanno alla fine portato alla interruzione del progetto nel 1992 e alla sigillatura del buco nel 2024.

Questo episodio suscita in noi una riflessione sull’incredibile desiderio dell’essere umano di esplorare e scoprire sempre nuovi orizzonti, spingendosi oltre i limiti con ingegno e tenacia. E tu, ti senti attratto dalla scoperta delle profondità sconosciute della Terra o preferisci esplorare le meraviglie dello spazio?

La corsa alla perforazione in profondità

  Tutto ha avuto inizio nel lontano 1970, quando i sovietici hanno dato il via

Nel lontano 1958, gli americani avviarono il progetto Mohole, un piano ambizioso per estrarre un campione del mantello terrestre, attraverso una perforazione sul fondale oceanico al largo dell’isola di Guadalupe, in Messico. Con finanziamenti della National Science Foundation, riuscirono a perforare il fondale marino di 183 metri prima che il progetto venisse interrotto nel 1966 dalla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.

Nel 1970, i sovietici intrapresero il loro tentativo, perforando la Terra a Murmansk, in Russia, appena al di fuori del confine norvegese vicino al Mar di Barents. È noto come Kola Superdeep Borehole ed è stato molto più fortunato, penetrando molto più in profondità nella Terra e raccogliendo campioni che ancora oggi entusiasmano gli scienziati.

Ma perché scavare così in profondità nella Terra? “Per risolvere importanti questioni scientifiche” che potrebbero fornire risposte ad alcuni dei più grandi misteri della scienza sul nostro pianeta, sostiene il dottor Ulrich Harms.

Harms è il direttore del German Scientific Earth Probing Consortium presso il German Research Centre for Geosciences a Potsdam, in Germania. Ha visitato il Kola Borehole, esaminato il deposito di campioni di roccia e persino toccato con mano il pozzo ormai dismesso.

E sebbene il Kola Superdeep Borehole non abbia mai raggiunto oltre la crosta terrestre, rimane il buco più profondo mai scavato.

Il Pozzo di Kola è uno dei pozzi più profondi del mondo

Benvenuto nel meraviglioso mondo del Kola Superdeep Borehole, il buco più profondo mai realizzato dall’uomo! Immagina di essere lì, nell’arido paesaggio della Russia, di fronte a un piccolo e apparentemente insignificante coperchio di manutenzione pesante, fissato con una dozzina di grandi bulloni arrugginiti. Quello che potresti non immaginare è che sotto di esso, a soli 23 centimetri di diametro, si nasconde il buco artificiale più profondo del mondo.

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Il Kola Superdeep Borehole si estende per circa 12.262 metri sotto la superficie terrestre, pari a 7,6 miglia. Per mettere in prospettiva, la profondità del buco equivale all’altezza combinata dell’Everest e del Fuji. È addirittura più profondo della parte più bassa dell’oceano, la Fossa delle Marianne, situata a 11.034 metri sotto il livello del mare.

Ma ora lascia che ti racconti un po’ di geologia! Sappi che lo strato più esterno della Terra, chiamato crosta continentale, ha uno spessore di circa 40 chilometri. Il mantello terrestre prosegue per altri 2.896 chilometri, mentre il nucleo esterno si estende per circa 2.250 chilometri prima di raggiungere il nucleo interno, una sfera calda, densa, composta principalmente di ferro, con un raggio di circa 1.220 chilometri.

Pensa che, nonostante la straordinaria profondità raggiunta dal Kola Superdeep Borehole, essa rappresenta solo un terzo dello spessore complessivo della crosta terrestre e lo 0,2% della distanza totale fino al centro della Terra. Un vero e proprio spillo nel pagliaio, considerando le dimensioni della nostra amata Terra!

E sapessi quante peripezie ha dovuto affrontare questo progetto! Le perforazioni al Kola iniziarono il 24 maggio 1970 con l’obiettivo di raggiungere la massima profondità possibile, che gli scienziati dell’epoca stimavano essere di circa 15 chilometri. Nel 1979 il progetto aveva già infranto tutti i record mondiali quando superò i 9,5 chilometri.

Nel 1989, finalmente, la perforazione raggiunse una profondità di 12.262 metri sotto la superficie terrestre, temperature incredibilmente elevate, ben superiori alle aspettative, a 180 gradi Celsius. Ebbene sì, anche a queste profondità la Terra sa riservare sorprese!

Insomma, una vera impresa umana, sinonimo di perseveranza e impegno verso la conoscenza dei segreti che la nostra Terra cela nel suo grembo. Chi l’avrebbe mai detto che una semplice buca potesse nascondere così tante meraviglie e sfide da affrontare?

Perché è necessario perforare così profondamente nel suolo della Terra?

Immagina di avventurarti in profondità nella terra, oltre la superficie che percorri ogni giorno. Scava con me, Piero Angela, in questo viaggio nelle viscere della Terra.

Le enormi cavità che vengono perforate nel terreno hanno uno scopo fondamentale: l’estrazione di risorse naturali come combustibili fossili e metalli, indispensabili alla vita moderna. Ma non solo! Si scavano anche per fini scientifici, per comprendere meglio i fenomeni naturali che avvengono nella crosta terrestre.

Pensa, ad esempio, a una miniera di rame profonda tre quarti di miglio, scavata nella roccia delle montagne. O immagina la profondità del Kimberley Diamond Mine, uno dei più grandi buchi mai scavati dall’uomo, dove lo sguardo si perde in una voragine impressionante.

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E poi c’è la scienza, la ricerca di risposte nella terra. Osservare da vicino una zona sismica permette di monitorare il principio e la propagazione anche dei più piccoli terremoti, e di raccogliere dati fisici, chimici e meccanici fondamentali per capire questi processi in modo dettagliato.

Sì, Scavare nella terra non è solo un atto pratico, ma un viaggio nell’ignoto, per scoprire i segreti che ci circondano e comprendere meglio il nostro mondo.

È difficile scavare così in profondità

Vi parlerò di un incredibile progetto scientifico: il tentativo di scavare un buco profondo verso il centro della Terra. Immaginatevi quanto sia affascinante l’idea di esplorare le profondità nascoste del nostro pianeta!

Negli anni ’70, i ricercatori iniziarono a scavare il Kola Superdeep Borehole in Russia. Inizialmente sembrava una passeggiata, con il trapano che apriva un varco attraverso il granito. Tuttavia, quando arrivarono a circa 4,3 miglia(6,9 chilometri) di profondità, le cose si fecero difficili.

Le rocce diventarono più dense e dure, costringendo il team a cambiare direzione più volte. Immaginatevi la difficoltà di gestire un gigantesco trapano che doveva attraversare strati di roccia sempre più compatti e ostili.

Ma non finisce qui! Man mano che il trapano scavava sempre più in profondità, la temperatura aumentava notevolmente. Al di là dei 10.000 piedi(3.048 metri), il calore diventava così intenso da raggiungere i 180 gradi Celsius a circa 7,5 miglia(12 chilometri) di profondità, molto oltre le previsioni iniziali.

Lo strato roccioso aveva delle caratteristiche sorprendenti: una maggiore porosità e permeabilità, tanto che sembrava quasi plastico a causa delle alte temperature. I ricercatori si trovarono a dover affrontare sfide tecniche enormi, dato che il materiale si comportava in maniera imprevedibile. Nonostante i tentativi, nel 1992 venne deciso di interrompere l’operazione, senza aver raggiunto l’obiettivo di 9,3 miglia(15 chilometri) di profondità.

Da allora, altri paesi hanno provato a intraprendere progetti simili, senza però raggiungere risultati così profondi. In fondo, la Terra continua a nascondere i suoi segreti nei suoi strati più profondi, sfidando l’ingegno umano.

Andando sempre più in profondità, la scienza e la tecnologia dovranno superare sfide sempre più grandi, ma è proprio questo che rende la ricerca così avvincente. Forse un giorno, con nuove scoperte e nuove tecnologie, l’umanità riuscirà a esplorare le profondità insondabili della Terra. Sognare non costa nulla,

Cosa hanno trovato nel Kola Superdeep Borehole?

Benvenuto/a, caro/a spettatore/trice. Oggi ti parlerò di un’incredibile avventura scientifica: il Kola Superdeep Borehole, un progetto che ha portato a scoperte straordinarie sul nostro pianeta.

Immagina di essere lì con me, nelle profondità della Terra, mentre i geologi faticano a estrarre campioni di rocce dal pozzo. Mentre analizzano quei frammenti, si accorgono di qualcosa di stupefacente: la temperatura è molto più alta di quanto previsto. Si apre un mondo nuovo, un’estensione del nostro sapere sulla struttura interna del pianeta.

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E non è finita qui. I geologi avevano sempre creduto che tra il granito e il basalto ci fosse una transizione netta, ma la realtà si è rivelata diversa. Le nostre conoscenze vanno così riviste e aggiornate, aprendo nuove strade alla ricerca scientifica.

E parlando di strade, cosa dire della scoperta di acqua liquida nelle fessure della crosta terrestre ad una profondità prima impensabile? Si tratta di una rivelazione sorprendente e affascinante, che ci spinge a riconsiderare molte delle nostre teorie sulla formazione e la composizione della Terra.

Ma non è tutto: nel cuore delle rocce profonde, a 7 chilometri di profondità, gli scienziati hanno fatto una scoperta mozzafiato. Decine di fossili di organismi marini unicellulari risalenti a oltre 2 miliardi di anni fa. È come essere catapultati indietro nel tempo, guardando la vita sul nostro pianeta in un’era precedente all’evoluzione dell’uomo.

Ecco che, caro/a spettatore/trice, ci rendiamo conto di quanto ancora abbiamo da imparare sulla nostra Terra, di quante meraviglie nascoste ci attendono nel profondo. La scienza, con la sua tenacia e la sua curiosità, ci offre ogni giorno nuove emozioni e nuove sorprese. Quanto è avvincente il nostro mondo!

Possiamo approfondire ulteriormente?

Sì, prima o poi. Ma arrivare a scavare oltre i 12 chilometri dipende da due fattori critici: temperatura e stabilità del pozzo, quest’ultima dipendente da stress, tensione, e composizione e peso del fluido di perforazione. Ci vorrà dell’attrezzatura tecnologicamente avanzata, considerando che le temperature previste sono alte fino a 250 gradi Celsius.

Il vero obiettivo sarebbe invece raggiungere il mantello terrestre, lo strato che inizia appena al di là della crosta terrestre, a circa 40 chilometri sotto i nostri piedi. “Possiamo imparare molto sul mantello se riusciamo ad accedere attraverso la perforazione”, sostiene Harms. Gli scienziati della Terra desiderano accedere al vero mantello in situ per comprendere la natura di questo confine ancora in discussione e del quale non abbiamo campioni freschi che forniscono informazioni su come la crosta e il mantello interagiscono, come i fluidi e le gocce di magma sfuggono dal mantello nella crosta e, in ultima analisi, nella nostra idrosfera, e come alimentano la biosfera, o come la materia ritorna nel mantello. Questi grandi circoli su come il nostro pianeta evolve rimangono enigmatici lungo questo confine e la discontinuità di Mohorovičić (il confine tra la crosta terrestre e il mantello) è quindi un obiettivo principale della scienza.